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tiroide stanca? 23 juillet 2011 ora, grazie al genio dell’addetto alla comunicazione abbott, c’è el tiròn: e la vita ti sorride. (ognuno ha i suoi metodi, per ricordarsi di santificare le pilloline.) posté dans disegnucoli , il minuto di frustrazione. | commentaires fermés hormonal. 20 juin 2011 ovvero: piove e fa freddo. e l’umore, bisogna che segua. eccoci qua. in una data astrale qualunque, nel breve ciclo di vita di un essere umano qualsiasi. due, all’occorrenza. tre in divenire. sono incinta di svariati mesi e ancora non mi sono nemmeno detta di esserne felice. sono felice. sempre detto che confessarselo serva a qualcosa. non pensavo ce l’avrei mai fatta. nessuno lo pensava a dire il vero. ho un milione e mezzo di timori. fondati, ne sono convinta anche se il resto del mondo mi assicura che sono inezie. sa una sega il resto del mondo, mi dico. quindi lo dico. ho paura di diventare grande e noiosa. ho paura di essere una di quegli adulti seduti intorno al tavolo a parlare di politica quando il mondo invece è pieno di mistero e sorprese ancora da scovare. ho paura di essere quell’adulto che puzza di quotidiano economico e detesta il vicino perché gli ha parcheggiato a metà davanti al garage. so di essere almeno la metà di quell’adulto lì. perché crescendo non hai scelta, ci si diventa e si perde il fascino delle cose per strada. un po’ perché le cose, lo si scopre, soprattutto certe cose, tutto sto fascino non ce l’hanno per davvero. glielo si da dal nostro occasionale e fugace metro e venti di sgomento e curiosità. ed è un peccato, perché è bello andare nel paese delle favole, ignorando il prezzo del biglietto, sbirciare nella capanna dei tre porcellini e sentirsi parte di un quotidiano che non esiste che nella tua testa. in controparte è bruttissimo guardare il muro maiolicato accanto alla tazza del cesso, e così, da un giorno all’altro, non vederci altro che una serie orribile di maioliche demodé, mentre anni prima quei quadratini erano le porte d’ingresso a cose inimmaginabili. e’ brutto quando la fantasia non ti basta più. un po’ è anche perché le cose, in fondo, son fatte dall’uomo per l’uomo, spesso. e l’uomo, non scordiamocelo, in media è quell’adulto noioso che stira le camicie e si vergogna di andare in giro con una macchiolina di cioccolata sulla manica. e non c’è via d’uscita, lo vedo con la mia nipotina. una volta che diventi quella persona non c’è modo di tornare indietro. sebbene si tenti di raggiungere quei luoghi, non se ne trovano che vaghi riflessi. e illudersi di averli ritrovati ci rende ridicoli. veramente ridicoli. non c’è niente di più triste di un adulto noioso che mostra di non esserne uno. temo che dovrò rassegnarmi ad essere quello che le mie esperienze hanno fatto di me. e della casa dei porcellini vedere giusto l’arredamento rustico, magari rubare qualche idea da sfruttare nel mio salotto per divertire altri grandi noiosi come me. e aspettare che mia figlia capirà, tollerando il suo, di mondo, guardandolo da lontano con un binocolo insabbiato dagli anni. magari mi ritroverò ad invidiarla. chissà. magari le chiederò di raccontarmi una storia. spero che avrò sempre la pazienza di chiederle la sua opinione. di tentare di capire chi è, chi diventa. e non arrogarmi il merito di averla fatta, e di averla plasmata a mio piacimento. spero che amerò il suo divenire. spero di riuscire ad avere il tempo di fermarmi e guardare. spero un sacco di cose. le stesse che temo, probabilmente. essere madre è una responsabilità smisurata. e’ obbligarsi ad essere un adulto al quale gli si rimprovera troppo senso pratico e poca fantasia. spero di poter far valere le due cose. e spero che mia figlia mi voglia bene. per sempre, e che quando sarà arrabbiata con me e mi accuserà di non capirla, si dirà, in fondo, che non è grave. e che un giorno capirò. e spero che mi permetterà di esserle madre, e che non lo rimpiangerà. ma soprattutto spero che riuscirà a farmi vedere cose che non sono più capace di vedere, e mi trascinerà in quel mondo pieno di mistero che mi manca tanto e che ogni adulto dovrebbe tenere stretto a sé finché riesce. ecco. mi son detta che questi impegni è sempre meglio prenderli in modo ufficiale, per evitare di far finta di non averli mai nemmeno pensati. quindi li scrivo qui. e incrocio le dita. posté dans del belgio e altre cose. | commentaires fermés cifosi mentali. 24 avril 2010 ho idea di stare regredendo. credo di rincretinirmi. senza un’allarmante velocità, beninteso. mi rincretinisco lentamente e lo mostro quando tento di spiegare il mio personale modo di concepire i massimi sistemi. e’ successo ieri. spiego spiego spiego e non mi capisco. pare che gli altri capiscano meglio di me quello che voglio dire. ma è preoccupante scoprire di essere gli unici a non aver colto il nocciolo del discorso che si sta facendo. questa è una cosa. l’altra è che sono giunta alla conclusione che se vivessi sola sarei gobba, diabetica e in cucina si terrebbero convegni di entomologia per tentare di stabilire quali sono le razze dei nuovi bacarozzi nate dalla bislacca associazione di cibi che si crea se non si lavano i piatti da una decina di settimane. ho altri allarmi. mi stanco velocemente di più o meno tutto. a parte di ingobbire su disegni (ma non tipo questo qua sopra, eh, disegni più fichi, tanto più fichi quanto inutili, per rendere l’idea) che impiego ore a concretizzare invece, per esempio, di ingobbire lavorando in modo omogeneo durante la settimana evitando così di lasciarmi monti di cose da fare il giorno prima, o se proprio m’è andata di lusso, due giorni prima. l’avanzata della mia senilità si denota anche nell’approccio che ho coi figli dei vicini. ovviamente non ho ancora iniziato a rendermi insopportabile in modo palese, ma la specie di idrofobia che mi coglie quando i marmocchi saltano la staccionata per venire a recuperare il pallone in mezzo alle mie rose, che poi vorrei sradicare perché sono orribilmente alte, mi porta a pensare che potrei, un giorno, essere un pericolo per la salute mentale altrui, oltre che per la mia. insomma, a conti fatti non posso che peggiorare. poi. sono alla ventesima rilettura di guida galattica per autostoppisti, alla terza di elianto, ho abbandonato un numero imprecisato di libri meravigliosi solo per la repentina voglia di leggere qualcosa che non mi affaticasse le sinapsi e ho la convinzione che il signor cipriano algor (la caverna – saramago) viva nel condominio sito in rue simon-crubellier a parigi (la vita istruzioni per l’uso – george perec) e non si sa per quale motivo stia passando le pene dell’inferno perché decaduto dal suo antico splendore (paradiso perduto – john milton – mi si perdoni l’orribile gioco di parole), e sia in seguito partito in viaggio in portogallo (omonimo – saramago) vittima di un’improvviso ritorno in sella del libero arbitrio (cronosisma – kurt vonnegut). ne deduco che la mia fase regressiva è alimentata da una sorta di condotta autodistruttiva che trova terreno fertile nella mia immancabile assenza di forza di volontà, e da una confusione mentale innata. potrei continuare per sempre, ma credo di aver fatto il punto della situazione. ho da aggiungere che quello che sta passando classic 21 ora è una roba insopportabile e mi sta facendo sclerare talmente pare un disco rotto. toh eccone un’altra. la soul mi risulta insopportabile. devo controllare se posso inserire questa nuova niu entri nel curriculum vitae di un’anziana trentenne. prima però, magari, lavo un paio di tazze. posté dans disegnucoli , il minuto di frustrazione. , il minuto di ritardo | aucun commentaire » rabdomanzia. 1 avril 2010 se conoscessi gli orari dei treni rischierei di perderne. posté dans disegnucoli , pirlole omeopatiche | commentaires fermés toc toc 29 mars 2010 tout dépend de ce qu’on veut en faire, des souvenirs. ch’ posté dans del belgio e altre cose. , foto , francais | aucun commentaire » à consommer frais 8 mars 2010 fa piacere, delle volte, arrivare a capo di qualcosa . ch’ p